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Cuore Sacro

Regia di: Ferzan Ozpetek

Musiche di: Andrea Guerra

Marzo 2005

Ci sono molti film di oggi che parlano dell’ inadeguatezza rispetto all’ infelicità o anche alla felicità altrui: era il tema di Teorema di Pasolini, torna in metafore come Dogville. Ferzan Ozpetek, che della vita è sempre stato curioso come dimostrano le Fate ignoranti e la Finestra di fronte, affronta l’ argomento senza furberie, con spietata sincerità anche verso se stesso. Cuore sacro è il suo film più indifeso e commosso, quasi senza rete di protezione narrativa: ma è proprio questa «confusione» spirituale, che viene da dentro e non diventa mai una religione, il cuore sicuramente sacro del racconto. Che non solo è bellissimo nel suo farsi cinema, movimento, volti, silenzi e primissimi piani, ma è anche utile oggi di fronte all’ assedio della volgarità. La sua Irene, manager rampante della Milano da bere che subisce, grazie all’ incontro con una ragazzina di strada, una metamorfosi che la porta vicino alla follia, si muove nell’ Italia dei nuovi poveri. Ma resta anche sospesa nel tempo della coscienza, pur non disdegnando momenti speciali, la lezione anti-marketing sui bisogni indotti. Questa «anima buona di Ferzan», ha subito negli occhi una furibonda dolcezza, una pietà che viene da lontano e Barbara Bobulova la esprime benissimo, così come è straordinaria Lisa Gastoni, la zia povera di spirito che si disprezza volentieri, mentre Erica Blanc è la cara zia che si isola dal mondo. In un racconto che acquista i toni del thriller della memoria quando si parla del mistero della madre, Ozpetek registra con occhio spietato l’ inutile ricchezza alla milanese e accarezza con pietas rabbiosa le tribù degli indigenti, contrapponendo la povertà morale a quella materiale fino al paradosso, allo spogliarello pasoliniano in metrò. Ma l’ angoscia che comunica il film (con citazioni di paura di Tourneur), è un ricostituente verso il mondo, pur non indicando uscite di sicurezza. Non ci si salva né col cuore sacro che molti tengono nascosto, né con la nevrosi della bontà indiscriminata, come già suggeriva Brecht a Sezuan. Un cast tutto intonato e consapevole (il deus ex machina Massimo Poggio, Di Stefano, la Vertova, la Cescon, la Pozzi, Angelillo, Santospago) in cui però la vera star è il mistero dove si incastrano i piani morali e temporali in un tempo unico che tutto riunisce e sconvolge.(Il Corriere)

Cast: Barbora Bobulova, Andrea Di Stefano, Lisa Gastoni, Caterina Vertova, Massimo Poggio.

Aspetto Artistico

Musiche di:
Andrea Guerra

Dirette da:
Gianfranco Plenizio

Regia di:
Ferzan Ozpetek

Assistente Musicale:
Luca Salvadori

Editore:
Medusa Film

Orchestra:
Czech National Symphony Orchestra

Orchestra Contractor:
Angelo Giovagnoli

Aspetto Tecnico

Tecnico del Suono:
Goffredo Gibellini

Assistente di Registrazione:
Cenda Kotzman

Assistente di Missaggio:
Damiano Antinori

Studio di Registrazione:
CNSO – Praga

Studio di Missaggio:
Sonic Recording Studio – Roma

Organico:
23 Violini
08 Viole
08 Violoncelli
05 Contrabbassi
02 Flauti
02 Oboi
02 Clarinetti
02 Fagotti
04 Corni
03 Trombe
03 Tromboni
01 Tuba
01 Timpano
01 Arpa
01 Chitarra classica
01 Pianofrote
02 Percussioni
40 Cori

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